La cena dei fastidi

‘Sti poveri animalini

Metto in tavola la zuppa di farro imperiale e i crostini alla toscana e i crostini coi funghi e il salame di cinta senese. Felino di casa sedato, candele accese, desco familiare vestito a festa, amici e una bottiglia di Chianti. Tutto perfetto, insomma.

A parte il vegetariano di Gesù.
Io son tollerante, badate bene, per quanto disapprovi e (se gradito dall’erbivoro di turno) ischerzi bonariamente la scelta altrui di non addentare mai neanche un coscino di pollo non rompo i coglioni, non commento, offro agli interessati un menù alternativo e intrattenimento di alto livello, tipo il mio gatto Piero che apre il rubinetto a testate.
Il vegetariano di Gesù però è offeso e turbato, dice, dalla presenza dei fegatini sul desco familiare. Attacca una filippica isterica sull’errore del mangiar gli animalini e su quanto siamo cattivi e su questo e su quello, scosta con aria ferita il tagliere e il piatto dei crostini e li relega in un angolino, importuna gli altri commensali. Noi siamo cattivi, a mangiare i maiali e le galline e i vitellini! La natura è buona! GLI ANIMALI SONO BUONI!
Mica come gli esseri umani che sono stronzi e maleducati. Annuisco convinta: già.

E a questo punto il gatto Piero parte all’attacco della birkenstock d’ordinanza del vegetariano di Gesù, riducendolo a un ammasso di bestemmie sanguinolente, e vince. Che come diceva (benissimo) Enno Flaiano, il mio gatto fa quello che vorrei fare, ma con meno letteratura.

‘Sti poveri villici

Metto in tavola l’aglio e olio della disperazione e appresto una fonduta di cioccolato salvacena sociale. Apro il frigo ed estraggo la barretta marca Nota Multinazionale del Male comprata in offerta all’Esselunga di Posillipo per deliziare gli ospiti con un trucco da prestigiatore, ma c’è il momento freeze: la cioccolata non è bio, e fa morire i bambini e i villici, e io sono una persona molto brutta a offrire questo veleno coltivato coi pesticidi dai bambini del Nicaragua ai miei ospiti, dice l’animo pio dell’agricoltura solobiologica e delle Multinazionali del Male da Boicottare!
E a fine serata sgasa via sulla sua BMW diesel, chiedendomi perché non ho la patente.
Il gatto Piero dorme. Peccato.

‘Sticazzi
Niente, è che Gesù vi vorrà un sacco di bene che siete delle persone meravigliose, voi pasionari dell’essere erbivori e biologici e muniti di Birkenstock che volete cambiare il mondo e il contenuto del mio frigorifero, ma a me state un po’ sui coglioni. Quelli lì erano due menù da evitare se volete invitarmi a cena.
Grazie.

15 commenti

Archiviato in Danni fisici, Invaders, Ucciditi

15 risposte a “La cena dei fastidi

  1. luciferasi

    Basterebbe sapere chi si invita a cena. A cena da me vengono rispettivamente una vegetariana e una vegana. Nessuna delle due scassa la minchia, in quanto persone a modo, e io son sempre contento di preparare cose alternative per loro, in quanto anche io persona a modo.

    Le persone non a modo, scassano la minchia a prescindere dalle regole alimentari, e questo loro aspetto andrebbe individuato prima.

  2. theskuntz

    Ci fosse un nonamodo detector lo comprerei subito. Il problema mica è il vegetarianesimo, come ho scritto in modo tutto isterico nel post quello che mi fa venire i fastidi è il vegetarianesimo Savianesco.

  3. theskuntz

    (Savianesco nel senso del predicozzo televisivo, non dei buoni libri/articoli)

  4. pescesolubile

    Si mangia quel che c’è. Punto. tutto il resto è capriccio più o meno ideologizzato. Fai fare la fame a un uomo e mangerà anche i propri simili, figurarsi la cioccolata bio o il tenero agnellino. A volte, l’ottuso adagio “per certa gente ci vorrebbe una guerra” è oro colato.

    • luciferasi

      “Si mangia quel che c’è” me lo diceva mia nonna quando avevo 6 anni, se me lo dice una persona adulta adesso gli rido in faccia e tolgo il disturbo.

  5. pescesolubile

    Allora per te ci vuole la guerra, facile. IMO è opportuno che ogni essere umano patisca la fame per ricordarsi che non è altro che un essere umano.

    • luciferasi

      Dai Ni’, non si può vivere sempre di estremi. O si mangia tutto o la guerra. Basta sapere con chi si ha a che fare e non invitarlo a cena. D’altra parte, questa persona invitata avrebbe fatto meglio a informarsi prima su che tipo di cena fosse, ma del suo status di scassaminchia siamo già tutti d’accordo, no? Se qualcuno mi invita a cena da McDonald’s io cortesemente rifiuto, non è che vado per poi dire “ah no, a me questa roba fa schifo”. I problemi vanno risolti a monte.

    • luciferasi

      Peraltro fare una guerra non garantisce una gestione delle risorse più oculate. I miei, abituati ai tempi “magri” della guerra e del dopoguerra, quando gli si rompe qualcosa non ne comprano una nuova, ma spendono settimane per trovare un posto in cui ripararla, buttando letteralmente via denaro perché non si sono adattati al fatto che nel XXI secolo, a torto o a ragione, la riparazione di oggetti sotto un certo costo non è conveniente. Certo, finché si parla di televisori, auto e oggetti costosi ha senso, ma loro farebbero riparare una graffettatrice.

  6. A tal proposito: riparo graffettatrici, prezzi non proprio modici, ma siamo in pochi e facciamo cartello. Chiamatemi senza paura.

  7. pescesolubile

    Giorgio, lo sai che mi stai simpatico, ma non fare l’avvocato, che si dobiamo andare a caccia di cavilli vinco io, fidati. Estremizzo, lo so, e lo faccio per suscitare lo scandalo in senso etimologico, l’inciampo, il fastidio, appunto. quello vero. Trovo l’estremismo alimentare pseudo-naturofilo davvero rivoltante. Ed è chiaro che non serve una guerra, basta non invitare la gente, ovvio, ovvio, come non supporto la guerra unica igiene del mondo, mi pare chiaro. Ma se qualcosa ha di buono la guerra, è che toglie falsi bisogni perché fa emergere quelli veri: sopravvivere, anche senza sky, nutrirsi, non nutrirsi-di-minchiate-ecobio. Se vuoi riformulo: “Cari spocchiosi, morite tutti di autocombustione”. Va bene così?

    • luciferasi

      Immagino che, per affermare una cosa del genere, tu ti sia già iscritto al corso di Lynx Vilden.

      • pescesolubile

        No, era tutto al completo, pieno di adepti naturoni e non tanto tanto avventurosi. Ma il fatto che tu conosca quel personaggio mi lascia perplesso…

  8. nikazzi

    Rimanendo naturofilo preferisco le catastrofi naturali alle guerre, anche quelle tolgono falsi bisogni.

Scrivi una risposta a luciferasi Cancella risposta